Dove il Genius Loci è ancora intatto.

mercoledì 15 dicembre 2010

Santo Stefano di Sessanio [13/11/2010]

A ridosso del massiccio del Gran Sasso d'Italia, nella zona dell'aquilano, a pochi chilometri da Calascio, raggiungiamo un piccolo e pittoresco paesino: Santo Stefano di Sessanio.



Abbarbicato sulla sommità di un monte, esso domina la vallata sottostante; come negli altri piccoli abitati della zona, si sviluppa attorno ad una costruzione centrale, solitamente un castrum o, come in questo caso, una torre: la Torre Medicea, a pianta circolare e coronata da merli. La forma ideale e tendenzialmente perfetta di questa torre (ricorda davvero le torri della scacchiera!) è per il momento visibile solo in foto, poiché il terremoto dell'aprile 2009, che ha coinvolto queste zone, l'ha completamente rasa al suolo.
L'unica testimonianza della sua presenza è l'impalcatura che ricalca la sua sagoma, in vista di una prossima ricostruzione.



Effettivamente chi, come noi, si reca a Santo Stefano dopo aver visto i volantini raffiguranti questa magnifica torre, si trova di fronte ad una brutta sorpresa.



Anche il resto dell'abitato ha subìto notevoli lesioni, come testimoniano le numerose strutture di sostegno che si incontrano passeggiando negli stretti vicoli.
L'ambiente è quello di un borgo caratteristico dell'aquilano, ma la differenza sta nel fatto che questo luogo è rimasto circoscritto al nucleo originario, senza espandersi.



Camminando per queste viuzze si ha probabilmente la stessa sensazione che si sarebbe potuta avere secoli fa:



case fatte di rozza pietra, annerita dal tempo;



archi e architravi incisi con antichi simboli, ricchi di significato e tradizione;



pavimentazioni di acciottolato; insegne di legno incise a lettere gotiche;




strettissimi spiragli dai quali affacciarsi per godere di scorci incredibili;




negozietti tipici con particolarità folcloristiche e gastronomiche.






Diversi edifici del paese sono parte dell'albergo diffuso, tutt'ora attivo, chiamato Sextantio: non abbiamo avuto modo di vedere personalmente le camere, ma guardando le foto presenti sul sito internet è evidente come l'intento sia quello di lasciare intatta la natura essenziale del luogo.



E' innegabile che le condizioni post-sisma lascino nel visitatore un senso di desolazione, soprattutto quando si osserva in silenzio ciò che rimane della torre e i danni che ha provocato crollando: la terra trema ancora quasi quotidianamente.

"Casa sotto la torre"


In cuor nostro ci auguriamo che l'antico splendore del paese venga ripristinato al più presto.


Immagine tratta da http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=3380

mercoledì 24 novembre 2010

Calascio [13/11/2010]



Calascio è un piccolo paesino in provincia de L'Aquila. Il paese è costituito dalla parte bassa, tutt'ora abitata, e dalla parte alta, il borgo di Rocca Calascio, abbandonato



(se si esclude il Rifugio, che però nel periodo in cui siamo passati era chiuso).



Sopra il promontorio che domina il paesino si erge la Rocca vera e propria,



e nelle sue vicinanze il tempietto cristiano a pianta ottagonale di Santa Maria della Pietà.




Foto di fortuna scattata attraverso un vetro, dato che il tempietto era chiuso.

La rocca viene fatta risalire all'anno mille, anche se le prime documentazioni sono del 1380. In origine era strutturata solamente a mo' di torrione di avvistamento, a forma quadrangolare; man mano crebbe, e dopo varie vicissitudini passò nelle mani della famiglia De' Medici, in età rinascimentale, insieme al borgo di Santo Stefano di Sessanio.




Le parole sono superflue per descrivere la suggestione di questo luogo: l'uomo non è più presente, ma lo spirito sì. Esso rimane ben intatto, nonostante le mura diroccate, e lo si può respirare per tutto il tragitto percorribile in automobile (per ora solo nei giorni festivi) che conduce al borgo vecchio, e durante la camminata che porta dal borgo disabitato alla Rocca.




Si ha l'impressione di trovarsi al cospetto di qualcosa che rimane quasi eterno ed immutato, nonostante lo scorrere del tempo.





Il castello è una sorta di riferimento storico, temporale ed ambientale, che si erge come un perno al centro dello scenario dei monti abruzzesi (Gran Sasso, monti della Laga e Maiella).





Ottimi gli interventi di ristrutturazione e consolidamento non invasivi, ma che permettono di visitare la parte interna alle mura.




Accesso al mastio centrale (era chiuso al momento della nostra visita).


Grazie al suo fascino, questo luogo è divenuto scenario di film storico-fantastici di fama mondiale, quali Ladyhawke ed Il Nome della Rosa.

venerdì 19 novembre 2010

Grottammare [14/11/2010]

Lungo la costa adriatica della provincia di Ascoli Piceno, sul tratto che collega Ancona a Pescara, incontriamo diversi centri balneari. Tra questi ve ne sono alcuni che, oltre alla parte marittima, possiedono anche un centro storico posizionato sulle alture nelle immediate vicinanze.


E' il caso di Grottammare, paese natale di papa Sisto V (che, come dice un famoso detto, "non perdonava nemmeno Cristo" e sembra essere il vero genius loci qui, dato l'uso frequentissimo del suo nome per le attività commerciali):

sia passando dall'autostrada che dalla statale "Adriatica" è possibile vedere questo piacevole borghetto le cui mura sono disposte su diversi livelli, generando una sorta di terrazzamento e numerosi belvedere, il più in alto dei quali si trova nei pressi della rocca che sovrasta il borgo stesso.
La sensazione che questo arroccamento ci offre da lontano diventa sicuramente meno piacevole man mano che ci si addentra nelle strette viuzze. Il paese vanta uno straordinario assetto urbanistico, pressoché unico nel suo genere:


le mura ed i torrioni, che grazie alla loro posizione offrono meravigliose panoramiche sulla costa sottostante,


sono collegati in alcuni punti da scale interne che permettono di superare i dislivelli, conducendoci a piani intermedi sede di antichi lavatoi e fonti naturali,


o addirittura all'ingresso di grotte sotterranee nei pressi della collegiata di S. Lucia.


La piccola ma splendida piazzetta è incorniciata dalla chiesa, dal bar-alimentari con l'insegna d'epoca e dal singolare teatro dell'Arancio con le sue bellissime logge che danno sul mare.


I resti della rocca e della cinta muraria superiore sono splendidamente integrati nel verde del parco alla sommità del paese.


Quello che purtroppo lascia perplessi è lo stato di semi-abbandono e di desolazione che si nota passeggiando per le vie: alcune case sono fatiscenti, sulle mura della rocca abbondano le scritte fatte con bombolette, la pulizia scarseggia, vi sono discutibili accostamenti di nuove costruzioni al vecchio centro.
Dal nostro punto di vista è vero che bisogna far sì che lo spirito primigeno di un luogo resti incontaminato al punto da poter assaporare le suggestioni originarie, ma è pur vero che i luoghi dovrebbero ricevere i necessari interventi conservativi, proprio per evitarne il degrado e far sì che arrivino intatti alle generazioni future, al fine di tramandarne l'essenza.
Facciamo presente che il vecchio incasato di Grottammare è annoverato nella lista dei cosiddetti "Borghi più belli d'Italia": a maggior ragione valgono le osservazioni di cui sopra.