Dove il Genius Loci è ancora intatto.

mercoledì 24 novembre 2010

Calascio [13/11/2010]



Calascio è un piccolo paesino in provincia de L'Aquila. Il paese è costituito dalla parte bassa, tutt'ora abitata, e dalla parte alta, il borgo di Rocca Calascio, abbandonato



(se si esclude il Rifugio, che però nel periodo in cui siamo passati era chiuso).



Sopra il promontorio che domina il paesino si erge la Rocca vera e propria,



e nelle sue vicinanze il tempietto cristiano a pianta ottagonale di Santa Maria della Pietà.




Foto di fortuna scattata attraverso un vetro, dato che il tempietto era chiuso.

La rocca viene fatta risalire all'anno mille, anche se le prime documentazioni sono del 1380. In origine era strutturata solamente a mo' di torrione di avvistamento, a forma quadrangolare; man mano crebbe, e dopo varie vicissitudini passò nelle mani della famiglia De' Medici, in età rinascimentale, insieme al borgo di Santo Stefano di Sessanio.




Le parole sono superflue per descrivere la suggestione di questo luogo: l'uomo non è più presente, ma lo spirito sì. Esso rimane ben intatto, nonostante le mura diroccate, e lo si può respirare per tutto il tragitto percorribile in automobile (per ora solo nei giorni festivi) che conduce al borgo vecchio, e durante la camminata che porta dal borgo disabitato alla Rocca.




Si ha l'impressione di trovarsi al cospetto di qualcosa che rimane quasi eterno ed immutato, nonostante lo scorrere del tempo.





Il castello è una sorta di riferimento storico, temporale ed ambientale, che si erge come un perno al centro dello scenario dei monti abruzzesi (Gran Sasso, monti della Laga e Maiella).





Ottimi gli interventi di ristrutturazione e consolidamento non invasivi, ma che permettono di visitare la parte interna alle mura.




Accesso al mastio centrale (era chiuso al momento della nostra visita).


Grazie al suo fascino, questo luogo è divenuto scenario di film storico-fantastici di fama mondiale, quali Ladyhawke ed Il Nome della Rosa.

venerdì 19 novembre 2010

Grottammare [14/11/2010]

Lungo la costa adriatica della provincia di Ascoli Piceno, sul tratto che collega Ancona a Pescara, incontriamo diversi centri balneari. Tra questi ve ne sono alcuni che, oltre alla parte marittima, possiedono anche un centro storico posizionato sulle alture nelle immediate vicinanze.


E' il caso di Grottammare, paese natale di papa Sisto V (che, come dice un famoso detto, "non perdonava nemmeno Cristo" e sembra essere il vero genius loci qui, dato l'uso frequentissimo del suo nome per le attività commerciali):

sia passando dall'autostrada che dalla statale "Adriatica" è possibile vedere questo piacevole borghetto le cui mura sono disposte su diversi livelli, generando una sorta di terrazzamento e numerosi belvedere, il più in alto dei quali si trova nei pressi della rocca che sovrasta il borgo stesso.
La sensazione che questo arroccamento ci offre da lontano diventa sicuramente meno piacevole man mano che ci si addentra nelle strette viuzze. Il paese vanta uno straordinario assetto urbanistico, pressoché unico nel suo genere:


le mura ed i torrioni, che grazie alla loro posizione offrono meravigliose panoramiche sulla costa sottostante,


sono collegati in alcuni punti da scale interne che permettono di superare i dislivelli, conducendoci a piani intermedi sede di antichi lavatoi e fonti naturali,


o addirittura all'ingresso di grotte sotterranee nei pressi della collegiata di S. Lucia.


La piccola ma splendida piazzetta è incorniciata dalla chiesa, dal bar-alimentari con l'insegna d'epoca e dal singolare teatro dell'Arancio con le sue bellissime logge che danno sul mare.


I resti della rocca e della cinta muraria superiore sono splendidamente integrati nel verde del parco alla sommità del paese.


Quello che purtroppo lascia perplessi è lo stato di semi-abbandono e di desolazione che si nota passeggiando per le vie: alcune case sono fatiscenti, sulle mura della rocca abbondano le scritte fatte con bombolette, la pulizia scarseggia, vi sono discutibili accostamenti di nuove costruzioni al vecchio centro.
Dal nostro punto di vista è vero che bisogna far sì che lo spirito primigeno di un luogo resti incontaminato al punto da poter assaporare le suggestioni originarie, ma è pur vero che i luoghi dovrebbero ricevere i necessari interventi conservativi, proprio per evitarne il degrado e far sì che arrivino intatti alle generazioni future, al fine di tramandarne l'essenza.
Facciamo presente che il vecchio incasato di Grottammare è annoverato nella lista dei cosiddetti "Borghi più belli d'Italia": a maggior ragione valgono le osservazioni di cui sopra.

giovedì 11 novembre 2010

Portonovo [17/08/2009-25/08/2010]

Spostandoci verso la costa adriatica, in prossimità di Ancona, arriviamo a quel promontorio a picco sul mare, ben distinguibile anche osservando una cartina dell'Italia, dove la costa sud e quella nord delle Marche si incrociano.

Ci troviamo nel bel mezzo del Parco Regionale del Monte Conero: un ambiente in cui il mare incontra la montagna, con una gamma di sfumature dal notevole valore paesistico.
Ci sono sentieri natura dai quali è possibile vedere la costa dall'alto; laghetti, grotte, grandi scogli (tra cui la famosa "Vela" e le "Due Sorelle"), spiagge sassose pressoché incontaminate.

Lo scoglio chiamato "la Vela", e le pendici del monte Conero viste da Portonovo.

Il tutto è avvolto da antiche e fumose leggende, che la tradizione ci tramanda e che contribuiscono al fascino di questo monte, da sempre magico e magnetico: queste leggende ci lasciano indicazioni riguardo a ritualità pagane, pirati e tesori, cave romane et cetera.
Partendo dal lido sud iniziamo a salire sul monte, incontrando prima il paese di Numana e, più in alto, quello di Sirolo, entrambi con le loro gradevoli piazzette-belvedere che si affacciano sulle bellissime spiagge dei Sassi Neri e di San Michele.


Girando attorno al monte troviamo numerose insenature ed altre spiagge dal nome caratteristico (vedi mappa), ma quella che conserva maggiormente lo spirito del luogo in tutta la sua bellezza è sicuramente quella di Portonovo.


Per accedervi si può arrivare in macchina, scendendo lungo il dorso del monte, fino alla località di Portonovo e parcheggiare nelle zone riservate vicino all'imbocco dei sentieri; successivamente ci si addentrerà in brevi e piacevoli tratti di fresca boscaglia, dove appositi segnali vi indicheranno il tragitto verso le varie particolarità del luogo: il molo, la Torre,


il Fortino Napoleonico (oggi lussuosissimo albergo in riva al mare), la chiesetta di Santa Maria in Portonovo (alla quale non abbiamo potuto accedere a causa di ristrutturazioni in corso),


le terrazze (sede di numerose attività quali lezioni di yoga all'aperto) e la spiaggia vera e propria.
L'acqua in numerosi punti rimane cristallina per tutto il giorno,


e ci permette di vedere il fondale sassoso e policromo:


e proprio i colori incredibilmente vivaci sono la caratteristica che più colpisce di questa spiaggia.
Purtroppo anche qui non mancano le orde di bagnanti:


per respirare appieno il fascino selvaggio di Portonovo è necessario andarci durante le parti del giorno meno frequentate (alba e tramonto), oppure d'autunno.
Se poi vi viene fame e vi piace il pesce, troverete alcuni ristorantini sul mare; in alternativa, una caratteristica pizzeria nella piazzetta all'imbocco dei sentieri.