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martedì 18 giugno 2013

Laghi di Pilato [17/08/2011]

Proseguendo l'esplorazione del versante magico dei monti Sibillini non possiamo tralasciare un altro luogo fondamentale: il lago (o laghi) di Pilato.


Si tratta dell'unico bacino lacustre naturale della regione Marche, è di origine glaciale e si trova a quota 1941m, sul monte Vettore.


Oltre ad essere un luogo di notevole interesse paesaggistico, esso può vantare dei retroscena pregni di leggende e di magia, che hanno contribuito a creare un notevole alone di oscurità respirabile ancora oggi nei pressi di questo specchio d'acqua.


Conosciuto anche come Lago della Sibilla anch'esso era noto come meta delle peregrinazioni di cavalieri erranti, alchimisti, negromanti, avventurieri, astronomi, astrologi e stregoni.


Alcune leggende ci dicono che queste sinistre figure si recavano presso il lago per consacrare i loro libri magici ai demoni di queste acque, o a celebrare rituali iniziatici.


C'è da dire però che alcuni personaggi, come Francesco Stabili (meglio noto come Cecco d'Ascoli, che in seguito fu condannato al rogo), si recavano in questo luogo, ma probabilmente anche per osservare le stelle e condurre studi astronomici-astrologici.


Si narra che il luogo fu meta di viaggio anche di Cagliostro e Virgilio.


In generale sembra che il sito riproponesse, nel suo microcosmo, la ricreazione di quel macrocosmo primordiale, ideale dell'isola bianca, delle iperboree origini, e quindi delle condizioni iniziatiche dell'età dell'oro, ottimali per la trasmutazione interiore di quell'oro filosofale tanto caro agli alchimisti (si vedano le varie pubblicazioni e studi del progetto Elissa).



La leggenda più nota vuole che il lago prenda il suo nome da Ponzio Pilato. In punto di morte, infatti, si narra che egli avesse espresso un ultimo desiderio: che, dopo morto, il proprio corpo fosse legato ad una coppia di buoi, e che essi fossero lasciati liberi di vagare senza meta.


Manco a dirlo, questi buoi arrivarono al lago e vi si gettarono dentro, insieme al cadavere di Pilato.



Le acque del lago erano note per il colore rossastro, ma oggi sappiamo che il colore è tale in certe stagioni per i riflessi provocati da una specie di minuscolo gamberetto, unico al mondo, endemico di questo luogo da epoche preistoriche, nota come chirocefalo del Marchesoni.



Quello che oggi rimane di questo misterioso passato è un luogo dalla bellezza straordinaria e intatta nella sua semplicità, dove poter ammirare il paesaggio del monte Vettore, il ghiaione che degrada verso le acque del lago, il cui bacino assume una forma ad occhiale, ed in certe stagioni addirittura si scinde in due bacini distinti.


Stando in silenzio si può percepire la sottile magia del tempo che non è mutato, il sapore di ere trascorse, che solo il lago ed i suoi piccoli abitanti possono raccontarci, se riusciamo ad ascoltarli nel silenzio di queste vette.



Purtroppo persino questo luogo incantato subisce l'inquinamento della nostra atmosfera moderna ed i cambiamenti climatici che ne conseguono, tanto che negli scorsi anni è capitato talvolta che l'intero bacino si prosciugasse completamente, mettendo a rischio la sopravvivenza del minuscolo ospite.


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